UN’AMICA speciale, ci ha dedicato queste parole che non sono parole, ma emozioni e sentimenti, di quelli che non siamo più capaci di esternare. Grazie Gisa grazie di vero cuore.
CENTRO DIURNO IL VIANDANTE
Anche sfrecciando un po’ frettolosi, un po’ nervosi, dopo il semaforo di via Aguggiari, entrando in via Grandi,non si può non notare sbirciando rapidamente a sinistra, una fila di vasi -vasetti che sembrano caduti lì per caso, umili ma sempre un dall’altro diversi ma non ignoti sollecitati quasi ad un reciproco richiamo, sempre misuratamente innaffiati, puliti, accuditi, dignitosi, sbirciarsi quasi l’un l’altro difendendo sempre però la loro unicità.
Un giorno, se non ti assedia la fretta, ti vien voglia di rallentare, frenare, appena possibile fermarti, avvicinarti e chissà … leggere bene l’indicazione ed …entrare. Hai varcato una porta che ti annuncia “Viandante…camminiamo insieme” ma che è? Qui tutti sono seduti garbatamente, giocano a carte, guardano la televisione, c’è anche una postazione web, si chiacchiera, si sonnecchia qualcuno sfoglia un giornale, legge forse qualcosa. Ma che è? Una sosta? Una sosta in una giornata in cui solo il provvisorio è sicuro. Caffè the merenda provvista per la sera aiuto per la notte…Tutto è donato. Quando esci da quella porta la parola chiave è “SENZA”. Dentro ognuno è qualcuno, fuori tutti sono “senza”. Senza fissa dimora. L’unica luce in quell’opaco orizzonte del “senza” sono quei fiori, e quella porta. La porta che, aprendosi e stando aperta, marca la differenza fra avere e non avere, esistere e non esistere, conoscersi e ignorarsi, accettarsi ed evitarsi, amicizia e solitudine. Ognuno di noi è viandante, ognuno di noi cammina… ma quella parola (un avverbio? cioè vicino al verbo?)”insieme” è tutt’altra cosa. Può ridare senso ad una vita trascurata, ignorata, abbandonata che chiede di non restare sconosciuta. Quella porta deve restare aperta- quella porta è transito di respiro…di vita. Gisa